il-quinto-vangelo_6856_x600Titolo: il Quinto Vangelo

Autore: Ian Caldwell

Edizione: Newton-Compton editori, 480 pagine

 

Nel 2004, mentre Giovanni Paolo II è sempre più malato, viene allestita nei Musei Vaticani una mostra sulla sacra Sindone. Una settimana prima dell’inaugurazione, però, il curatore muore a Castel Gandolfo e nelle stesse ore, in Vaticano, un uomo si introduce nella casa del prete di rito greco Alex Andreou, consulente della mostra. Andreou, ritenendo i due eventi collegati, decide di portare avanti una sua indagine privata. Per scoprire la verità, però, dovrà ricostruire la straordinaria scoperta del curatore riguardo alla Sindone, il cui segreto è custodito all’interno dei 4 Vangeli e di un quinto, sconosciuto ai più, chiamato Diatessaron. Padre Alex si ritroverà allora braccato proprio quando comincerà a capire quali sconvolgenti conseguenze potrebbe avere una simile rivelazione.
Il quinto vangelo ha ottenuto ottimi risultati e numerose recensioni positive. Ciò crea aspettative, a mio parere, largamente disattese al momento della lettura. Ad esempio, People scrive «Questo thriller intelligente e pieno di suspense è un must per i fan di Dan Brown», ma l’associazione che fa con il creatore di Robert Langdon è quanto mai sbagliata, giacché Caldwell non è al livello di Brown.
Il mistero che dà avvio alla trama è complicato, poco chiaro, totalmente diverso dagli intrecci magistralmente gestiti da Dan Brown, e in pratica non viene neanche risolto. Dei molti interrogativi che sorgono solo pochi trovano risposta. Il testo è incapace di scandire un ritmo di lettura. La narrazione in prima persona si alterna fra eventi e ricordi, ma i flashback sono malgestiti, interrompono il filo logico e sono troppo lunghi o troppo corti (in ogni caso hanno un’introduzione scialba che porta nella mente del lettore ancora più confusione). La lunghezza dei flashback, inoltre, porta il thriller ad essere un romanzo psicologico. Anche le descrizioni, soprattutto quelle di eventi e luoghi, sono deboli: non portano alla formazione di un’immagine nella mente del lettore.
Non credo proprio che questo sentimento di confusione fosse nelle intenzioni dell’autore, però in parte contribuisce a far sembrare più reale il protagonista, che d’altronde aveva la necessità, essendo inserito in un contesto storico così vicino nel tempo e con personaggi realmente esistiti, di essere molto verosimile.
La lettura è invece piacevole per i passi sullo studio dei vangeli, che i più curiosi apprezzeranno. Sono inoltre interessanti i parallelismi instaurati fra Cristo padre Andreou, cosa che contribuisce alla visione dei vangeli come testi da interpretare.
Questo meccanismo crea anche l’unico momento in cui Caldwell supera Brown: se Langdon risulta più irreale della storia di cui fa parte (eppure il lettore sa benissimo che essa è un’invenzione che parte da elementi reali), Andreou è molto verosimile e realistico, sono plausibili la sua cultura e la sua reazione sotto pressione. Altra nota positiva sono alcune pagine di grande impatto emotivo, commoventi per chi conosce e rispetta i personaggi storici riportati. Queste pagine sono comunque troppo poche e non sopperiscono alle altre mancanze del libro.
A meno che non siate davvero intrigati dalle note positive, non penso che valga la pena leggere questo libro.

 

Alessia L.

 

1f48d903-7bf5-4faf-b4a2-89ad6f2e325f

Comments are closed.